Oggi siamo ancora in grado di ascoltare, contemplare e leggere nitidamente e coscientemente questa icona-visione, come è stato per l’iconografo che l’ha “scritta” avvicinandosi gradualmente a quell’archetipo celeste che l’ha generata?
Leggere e interpretare l’icona significa, in primo luogo, disporsi all’ascolto dell’opera, contemplarla, meditarla, entrare nella sua tessitura simbolica e nella sua particolare tecnica pittorica, anche perché l’icona non può essere considerata un’opera d’arte nel senso odierno dell’estetica occidentale. Essa infatti è anzitutto un’immagine cultuale, ma anche mistica, ascetica e soprattutto il frutto di una esperienza ecclesiale.
Fonte: Facoltà Teologica Emilia Romagna